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Tra pandemia e criptovaluta, progetti per un futuro sempre più incerto

La pandemia da Coronavirus e il conseguente provvedimento del lockdown ha portato a una svolta mondiale dal punto di vista economico: gli acquisti sono stati fatti per lo più online, con carta di credito; le consegne a domicilio sono state pagate in anticipo, senza nessun contatto diretto con il corriere e, quindi, col denaro; nei supermercati e nei negozi di alimentari, invece, vi è stato un forte incoraggiamento ad usare i pagamenti digitali, evitando contanti e contatti che non permetterebbero di mantenere la distanza sociale di due metri. L’organizzazione mondiale della sanità, inoltre, ha chiaramente detto all’inizio di marzo che il virus del Covid-19 può resistere sulla superficie di monete e banconote per diversi giorni. Già da febbraio le banche centrali della Cina e della Corea del Sud, i Paesi allora più colpiti dall’epidemia, hanno iniziato quindi a disinfettare le banconote e in Cina, addirittura, sono state tenute in â€œquarantena” per quattordici giorni, come fossero esseri umani, prima di essere rimesse in circolazione.

Da noi non si sono registrate precauzioni così drastiche, ma i segnali sono univoci: ci si sta abituando a usare i pagamenti digitali (online o carta contactless, senza contatto); persino i prelievi al bancomat sarebbero fortemente diminuiti, in quanto il tastierino per digitare le opzioni e il pin viene toccato da molteplici persone, senza garanzia di disinfettazione.

Apparentemente la fine del contante potrebbe presentare dei lati positivi, rendendo i pagamenti più efficienti e tracciati e dando un colpo significativo all'evasione fiscale. Molti sono convinti, dunque, che questa pandemia possa segnare la fine dei pagamenti (e per alcuni ne è stata persino lo scopo) fino ad ora utilizzati, carte di credito comprese, a favore di altri rivoluzionari progetti quali quello della criptovaluta.

Si parla di criptovaluta già dal 2009, epoca del bitcoin, creato da un anonimo inventore. Dagli esperti di finanza il bitcoin non viene classificato come una moneta, ma come un mezzo di scambio altamente volatile. A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, non fa uso di un ente centrale né di meccanismi finanziari sofisticati e il suo valore è determinato unicamente dalla leva domanda e offerta: si avvale, infatti, di un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, ma sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali, come la generazione di nuova moneta e l'attribuzione della proprietà dei bitcoin. La rete bitcoin consente il possesso e il trasferimento anonimo delle monete; i dati necessari a utilizzare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer o dispositivi elettronici quali smartphone, sotto forma di "portafoglio" digitale.

Essi, tuttavia, sono rimasti nel mondo virtuale senza un reale riconoscimento; oggi, invece, la famosa multinazionale Microsoft, fondata da Bill Gates, mette in campo un brevetto per sviluppare una valuta digitale, ovvero una moneta virtuale, che sia collegata a corpi fisici, come il nostro corpo umano. La criptovaluta funziona:  “Ad esempio, un’onda celebrale o il calore corporeo emesso da un utente quando questo esegue il compito assegnato da un fornitore di server, come guardare la pubblicità o utilizzare alcuni servizi di Internet, può essere usato nel processo di estrazione della criptovaluta. Piuttosto che il massiccio lavoro computazionale richiesto da alcuni sistemi di criptovalute convenzionali, i dati generati basati sulla attività del corpo possono diventare una prova del lavoro svolto, e pertanto, un utente può risolvere inconsciamente il difficile problema di computazionali."  (*)

In questo modo la criptovaluta verrebbe ricevuta in automatico mentre si svolgono attività quotidiane come andare al lavoro o fare la spesa; il sistema centralizzato che crea questa valuta, infatti, rileva le attività corporee e distribuisce moneta in base ai compiti svolti dalla persona.

Tutti quanti nel mondo quindi potrebbero essere virtualmente allacciati a questo sistema centrale che assegnerebbe criptovalute solamente a chi esegue le attività assegnate ed esclusivamente a chi è collegato ad esso.

“Un sensore legato comunicativamente o inserito nell’apparecchio dell’utente può rilevare l’attività corporea della persona. Un sistema di criptovaluta collegato all’apparecchio (telefoni cellulari, computer o laptop ndr) di una persona può verificare se l’attività corporea soddisfa le condizioni richieste dal sistema, e assegnare la criptovaluta alla persona la cui attività corporea è stata verificata.” (*)

Così, ad esempio, se qualcuno va a lavorare, ma non soddisfa i requisiti della centrale operativa, non avrà nessuna quantità di valuta digitale. Oppure, come citato dalla stessa relazione, se qualcuno non guarda abbastanza pubblicità in TV, resta a secco di moneta. Tutti dipenderebbero da questo sistema digitale che potrebbe essere la futura base per creare una valuta globale digitale. Per essere collegati alla centrale occorre un cellulare o un computer, ma dal momento che si sta parlando di Bill Gates il pensiero non può non andare a ID2020, il progetto di identità digitale basato sul microchip finanziato proprio dal padre di Microsoft, dai Rockefeller e dalla Gavi (Vaccine Alliance, ovvero Alleanza del vaccino). Il microchip sottocutaneo potrebbe essere lo strumento ideale per collegare una persona a questo sistema che produce valuta globale. Chi vuole spendere la moneta del futuro, dovrà pertanto essere collegato al computer centrale, altrimenti non avrà la possibilità nè di vendere nè di comprare.

Fonti

Articolo scritto il 07/05/2020 da Rapisarda Miriam

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