Notizie dal Fronte

Censura: tra il lecito e il contraddittorio

Per censura si intende il controllo e la limitazione della comunicazione da parte di un'autorità. Nella maggior parte dei casi si intende che tale controllo sia applicato nell'ambito della comunicazione pubblica, per esempio quella per mezzo della stampa o altri mezzi di comunicazione di massa; ma si può anche riferire al controllo dell'espressione dei singoli.

Con la censura un organo pubblico esercita un controllo sul contenuto di una manifestazione di pensiero, impedendone la diffusione quando essa è ritenuta contraria agli interessi dell’ordinamento. Quindi la censura è un istituto eccezionale in uno Stato democratico. L’unica forma di censura ammessa nel nostro ordinamento è quella sulle opere cinematografiche, disciplinata dalla L. 21 aprile 1962 n. 161. 

Per la stampa, data la sua insostituibile funzione di collegamento tra i fatti e la collettività, in piena sintonia con l’art. 1, comma 2°, Cost. secondo cui “La sovranità appartiene al popolo”, leggiamo insieme cosa afferma l'Art. 21 della Costituzione Italiana: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. [...]». 

Eppure un recente Disegno di Legge, n. 2866 della 17º Legislatura, propone un utilizzo "lecito" del potere della censura, con il proposito di ostacolare il sempre più insorgente fenomeno delle fake news. Infatti l'articolo 1 del Disegno di Legge «introduce una nuova contravvenzione nel codice penale; in particolare, si inserisce l'articolo 656-bis del codice penale col quale si prevede che chiunque pubblichi o diffonda notizie false, esagerate o tendenziose che riguardino dati o fatti manifestamente infondati o non veritieri, attraverso social media o altri siti che non siano espressione di giornalismo online, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'ammenda fino a euro 5.000. [...] e l'articolo 2 introduce nel codice penale due nuovi delitti riguardanti la diffusione di notizie false che possano destare pubblico allarme o fuorviare settori dell'opinione pubblica o aventi ad oggetto campagne volte a minare il processo democratico.»

Pur trattandosi di un Disegno di Legge, quindi non è Legge, alcuni fatti di cronaca in tema di censura non sono passati inosservati.

Social Media come Facebook e Twitter, in tempo di pandemia, hanno particolarmente rafforzato le misure di controllo di pagine, post, commenti e like, cercando di censurare ciò che viene considerato non in linea con le direttive date dall'OMS. Questa azione ha portato la conseguente censura totale di pagine particolarmente rinomate come ad esempio "Semplicemente Charlie", "Luxury Fashion" ecc... che trattavano di argomenti ben diversi ma che per singoli post considerati non in linea con le direttive imposte, sono state chiuse. 

Altro mezzo utilizzato dai social network per ostacolare le fake news ma, allo stesso tempo, non intercorrere ad azioni drastiche, è il "fact checking", ovvero quell'azione che lascia visibile il contenuto del post ma che lo contrassegna come falso, avvisando così il lettore di non riporre fiducia e attenzione a quella possibile informazione. Questo fenomeno trova il suo exploit proprio sui Twitter del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il quale ha minacciato apertamente la chiusura del social.

Altro episodio che induce a pensare a una possibile forma di controllo dell'informazione è il caso dell'astronauta Luca Parmitano che aveva dichiarato in un'intervista di essere già a conoscenza del Coronavirus da novembre, trovandosi in missione nello spazio e potendo così osservare dinamiche particolari sul pianeta Terra. Le dichiarazioni sono state rettificate, attraverso i social, dallo stesso autore dopo qualche ora dall'intervista, il quale ha chiesto scusa per il lapsus cercando di spiegare il motivo dell'errore.

Infine, noi stessi di Notizie dal Fronte, abbiamo subito direttamente la censura di un video su YouTube che riportava un'intervista al Dr. Shiva, il quale esprimeva idee personali sulla pandemia e sul Covid-19.

É chiaro che il filo tra ciò che sia lecito e non, è molto sottile, perché, se da un lato abbiamo la Costituzione Italiana che tutela il libero pensiero e la libertà di esprimerlo, dall'altro vi è il controverso obiettivo di ostacolare il falso che ovviamente può essere moralmente giustificabile. Ma quando si parla di opinioni personali il filo diventa ancora più sottile. Distinguere ciò che è vero da ciò che è falso basandosi sull'opinione diventa un compito molto arduo. A tal proposito anche Platone esordì dicendo che «il criterio di verità è l'uomo, e non sono le cose», e inoltre che l'opinione non va del tutto rigettata in quanto rappresenta il primo gradino della via verso la verità.

Fonti

Articolo scritto il 10/06/2020 da Rapisarda Miriam