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Storia di George, il bambino che voleva essere Melissa

Arrivato anche in Italia, questo libro fa parte della collana “Contemporanea”, della Mondadori, diretta ai ragazzi dagli undici anni in su.

George, il protagonista del libro scritto da Alex Gino, ha dieci anni e “sente” di voler essere una ragazza. I suoi genitori sono separati, il padre vive lontano, e George vuole essere “Melissa, quello il nome che si dava allo specchio quando nessuno la vedeva, e lei poteva pettinarsi i lisci capelli castano-rossicci sulla fronte, come se avesse la frangia”.

L’autore ha dichiarato che il suo scopo era quello di fare in modo che “i bambini potessero leggere un libro in cui vedere riflessa la vita di una persona transgender, che si riconoscano o no”.

Benchè l’autore, per evitare le critiche, cerchi di essere cauto e alla fine George si rivolgerà a “qualcuno che ne capisce”, non potendo da subito fare la bambina e dovendo aspettare, ciò non toglie che per tutto il tempo parla di George come di una lei, usando pronomi e articoli femminili.

Non si tratta di semplice “conoscenza”; non stiamo parlando, su questo concordiamo con l’autore, di una patologia, pertanto non è necessario sensibilizzare i bambini, al fine di non avere pregiudizi.

Fino a qualche anno fa, era impossibile pensare a dei transgender così giovani, ma oggi si punta così tanto su questo argomento che i casi stanno aumentando.

Si rischia, quindi, di creare transgender o dubbi sulla propria identità sessuale lì dove, altrimenti, non ve ne sarebbero mai stati; influenzati dalla società in cui viviamo, dai mezzi di comunicazione di massa, da genitori troppo all’ “avanguardia”, i bambini crescono confusi, senza seri punti di riferimento (o con genitori presenti, ma lontani, come nel caso di George). L’identità, che si forma e si fortifica a questa età, traballa a tal punto da non riconoscersi più nemmeno nel proprio genere.

Noi adulti, invece di fornire soluzioni, certezze e punti d’appoggio, forniamo spesso solo altro materiale per confondere e indurre dubbi.

Nel mondo in cui “tutto è lecito”, in cui tutto deve essere uguale e globalizzato, anche uomo e donna, la prima grande differenzazione che la natura e Dio hanno fatto fra gli esseri umani, si sta appianando. Non si accetta il diverso, nemmeno se si tratta di genere, per questo si inizia a parlare di “genitore A” e “genitore B”, e non più di padre e madre.

Ciò che in natura ha sempre funzionato, inizia a non soddisfare l’uomo, che ancora una volta vuole sostituirsi a Dio e alterare leggi e sistemi millenari, non avendo ancora imparato dai propri errori.

Lasciamo, almeno, fuori da tutto questo i bambini: lasciamo che crescano, che decidano, senza nessun tipo di influenza esterna. Lasciamoli che, almeno loro, siano innocenti.

Articolo scritto il 17/10/2015 da Notizie dal fronte

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