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L’odio online: Il fenomeno di Hatespeech

L’espressione “hatespeech” è associata ad un fenomeno molto preoccupante, che riguarda social network, blogging ed altre forme di interazione sul web.

Una definizione del Post definisce lo hatespeech come: «espressione spesso tradotta in italiano con la formula “incitamento all’odio” – è una categoria elaborata negli anni dalla giurisprudenza americana per indicare un genere di parole e discorsi che non hanno altra funzione a parte quella di esprimere odio e intolleranza verso una persona o un gruppo e che rischiano di provocare reazioni violente contro quel gruppo o da parte di quel gruppo».

Si tratta, dunque, di un fenomeno che porta taluni ad esprimere le proprie opinioni più “estreme” commentando articoli o interagendo nei forum. Questo fenomeno è accompagnato dal cyberbullismo; entrambi sono manifestazioni di violenza o molestia verbale, ma in quest’ultimo caso è seguita anche una strategia di annichilimento della vittima tramite tutti i canali a disposizione. Il fenomeno nasce dalle possibilità di interazione su internet e riguarda quindi un numero molto vasto di utenti. Spesso si tratta di veri e propri troll, ossia utenti che pubblicano commenti e opinioni volutamente provocatori e offensivi, per scatenare il caos nella piattaforma presa di mira. I confini dello hatespeech sono spesso di difficile individuazione e il ruolo del moderatore dei contenuti è diventato molto importante in tutte le più grandi aziende che si occupano di raccogliere e organizzare contenuti online.

Alex Chrum, moderatrice venticinquenne del sito Debate.org, afferma che il suo lavoro, da un lato, l’ha migliorata come persona, insegnandole a non prendere sul personale parole molto negative, ma dall’altro l’ha sfinita e scoraggiata: «Quando leggi un commento su una cosa a cui sei particolarmente sensibile, poi ti resta dentro anche se non conosci la persona che lo ha scritto. E quando è impersonale e disumanizzato, e sono tanti uno dopo l’altro, cominci a perdere fiducia nell’umanità».

Il problema non nasce certo su internet e focalizzarsi sulla tecnologia, che rappresenta solo il mezzo, è poco utile e allontana dai problemi reali. L’estrema facilità con cui perdiamo la nostra umanità per riversare su altri i nostri disagi e le nostre preoccupazioni è un’immagine della società frustrata ed avvilita in cui viviamo.

Viene dunque il mente un famoso testo biblico, che ben esprime gli aspetti più rilevanti del mondo in cui viviamo:

“Negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio…” (2 Timoteo 3:1-5).

Nel nostro piccolo, pertanto, è bene cercare di essere una soluzione, di essere portatori di un amore unico ed incondizionato, senza lasciarci influenzare da tutto ciò che, attorno a noi, vorrebbe conformarci ad un mondo sempre più è preda dell’odio e della violenza.

Articolo scritto il 16/05/2016 da Notizie dal fronte

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